Formula Gilmore Girls
Perché noi millenial non riusciamo ad uscire da un loop vecchio vent'anni
L’11 dicembre è accaduto qualcosa che voglio raccontarti per bene nell’ultima newsletter dell’anno. Fatto sta che ho dovuto tenere salde le membra fino a quell’evento lì.
Ho resistito fino alla fine del corso pomeridiano sui Social Media, quello che segnava la conclusione del mio mese di lavoro mattina e sera (come ti raccontavo nella scorsa lettera, ho tenuto due corsi alla Camera di Commercio e per un mese il mio orario è stato 9:00-14:00 e 16:30-20:30), ma subito dopo l’11 è arrivato mio padre qui a Siviglia per passare qualche giorno insieme, mi sono fermata un secondo, e tac, il mio sistema immunitario è crollato.
E cosa fai se sei una millenial senza figli e hai il raffreddore?
Dopo aver accompagnato papà all’aeroporto, ho trascorso l’intera domenica a letto guardando un episodio dopo l’altro di Una mamma per amica (aka Gilmore Girls).
Sono ormai settimane che ho intrapreso l’ennesimo rewatch della serie, ma solo ora mi sono chiesta perché lo faccio.
Cos’ha questa serie tv che fa sì che, nonostante il tempo passi impietoso, noi millenial scegliamo di tornare a Stars Hollow ancora, ancora e ancora?
Dopo un breve brainstorming ho buttato giù una lista di perché — in mia opinione — ogni millenial che si rispetti cerca la compagnia delle Gilmore Girls.
Ambientazione confortevole: questa sarà la prima ragione che una fan della serie ti restituirà se le domanderai — con la stessa veemenza con cui lo fa mio marito — perché si ostina a guardare una serie así de aburrida y molesta (cit. Javier) over and over again.
A Stars Hollow c’è la neve, le decorazioni autunnali, la natura che cambia ciclicamente avvertendoti che la situazione tornerà al punto di partenza ancora prima che tu possa provare nostalgia. Puoi guardare lo scorrere delle stagioni attraverso le feste di paese, le decorazioni delle vetrine, i cappotti color pastello delle protagoniste. Ci sono i caminetti, le bustine di carta colme di leccornie, tappeti di foglie, glicini sui portici, strade umide o bianche. È pura coziness, a prescindere dalla puntata.
Quotidianità e piccole cose: la serie, oltre all’incessabile logorrea, la dieta insalubre e i drammi sentimentali delle due co-star, è il caffè da Luke, gli spettacoli di Miss Patty, l’hotel di Lorelai, la scuola o il college di Rory, il supermercato di Taylor, la cena a casa di nonna Emily.
Le protagoniste si attorcigliano nei propri dissidi esistenziali rimbalzando in orbite molto raccolte, più che circoscritte, spesso ripetitive. Questo dona lo stesso senso di pace di quando su Instagram ti ritrovi a guardare riprese insulse di routine altrui.
Qualcuno farà quelle cose per te.
Tu devi solo guardare la macchinetta dell’espresso accendersi, o le creme spalmarsi su una fronte giù detersa. Nessuno sforzo. Tutto andrà come deve andare. Puoi abbandonarti al viaggio senza lasciare il giaciglio su cui sei accasciata in quell’istante.
Personaggi pressoché prevedibili: i plot twist sono pochi, e i pochi che ci sono causano tifoserie degne di un Roma-Lazio (Jess vs Dean; Harvard vs Yale). Questo potrebbe per molti sembrare un deterrente, ma noi spettatrici sappiamo che è l’esatto opposto: produciamo già fin troppo cortisolo lungo le nostre giornate alle prese con l’essere adulte e l’imperante gig economy.
Nelle vicissitudini Gilmore non cerchiamo il nuovo, lo sconosciuto, ma quel senso di familiarità e abitudine che nella nostra, di vita, a volte ci capita di non trovare così piacevole.
E anche se la stragrande maggioranza dei personaggi sono degli NPC, o, per dirla in modo più romantico, statuine del presepe che ripetono meccanicamente le stesse azioni (Kirk, Babette, Miss Patty, Michelle etc), ognuno ha la sua funzione: far sembrare Stars Hollow il villaggio con le luci sempre accese di cui hai bisogno prima di andare a dormire.
Grado di tossicità facilmente riconoscibile: rivedere la serie vent’anni dopo ti garantisce di poterti congratulare con te stessa circa la tua evoluzione complessiva. Relazioni tossiche, privilegi di classe, sessismo, cose che adesso vedi e prima no e che ti fanno capire quantomaquanto sei cresciuta.
Sei andata oltre.
La te di adesso sa cos’è il vero amore, conosce le dinamiche patriarcali, il concetto di privilegio, di disfunzionalità.
Eppure, quando Jess e Dean vogliono puntualmente fare a pugni per le attenzioni di Rory, senti un pungolo di nostalgia per la tua adolescenza svanita, prontamente sostituita dalla triste consapevolezza degli effetti collaterali che questi “gesti romantici” visti in tv hanno avuto su di te negli anni cruciali. Problemi risolvibili: ok, le protagoniste sono spesso alle prese con crucci più o meno urgenti (e se non li hanno banalmente se li creano), ma hanno sempre una soluzione a breve/medio termine. Questo schema dona serenità, quell’alito di pace alla “el tiempo lo cura todo” necessario quando ci sentiamo appassite o sovrastate dal peso della vita adulta.
Rory abbandona Yale? Ci tornerà. Lorelai litiga con la figlia? Faranno pace. Rimani incinta a sedici anni? Il tuo incidente di percorso frequenterà comunque una Ivy League School e avrà la pelle di porcellana e un sacco di uomini che la amano e tu dirigerai e poi comprerai un hotel con la tua best etc, etc.
Vibes 2000 di cui abbiamo una drammatica nostalgia: niente Instagram, notifiche su Telegram, caroselli e social media. Siamo ancora agli inizi del nuovo millennio, molti personaggi neppure possiedono un cellulare. Ci si incontra per caso e ci si guarda in faccia al bar, nessuno scatta le foto ai piatti sul tavolo o ai tramonti per strada.
Ancora meglio: da Luke il cellulare è persino proibito. Ahh, si stava meglio quando si stava peggio!
Per riassumere: una mamma per amica è il balsamo millenial di cui abbiamo bisogno per districare i nodi delle nostre sinapsi sature e sentirci in pace in questa vita di corse contro il tempo e performance insostenibili.
Ci serve per convincerci che tutto andrà bene, che i sogni si realizzano, che l’autunno tornerà, che l’ammmore l’avrà vinta su tutto.
E se no, basterà buttare giù ettolitri di caffè. Qualcosa, a una certa, succederà comunque.
Stars Hollow è il rifugio per eccellenza dalla vita frenetica di tutti i giorni. Sogno un locale in cui si è costretti a non utilizzare il cellulare 🥹
È proprio la coziness la chiave di tutto