Qualcuno doveva dirlo. Qualcuno doveva dirlo bene, come fai tu.
In queste ultimi mesi questa sensazione mi ha colpita anche come fruitrice.
Devo ancora costruire il mio sistema digitale, da IG non riesco ad iniziare, ma attorno a me tutti ti dicono che se non cominci da IG sei finita. Io bloccata, limbo, buio attorno a me.
Ma sento di aggiungere anche un 11mo motivo: le scelte politiche (e comunicative di conseguenza) dell'ultim'ora di Markone.
Far West in vista in quel del Quadratino Fucsia...
Sinceramente non credo affatto che nel 2025 sia una buona idea partire da Instagram. Specie se l’intenzione è quella di occuparsi di un tema già ampiamente esplorato da altri. Però magari su questo tema ci torno in un’altra newsletter 🙃
Io mi sto lanciando nell’avventura dei video, per una serie di motivi professionali ma anche personali che racconterò. E mi diverto pure.
Tuttavia li metterò su YouTube, dove quantomeno un contenuto non diventa obsoleto dopo 24 ore.
Detto questo, non se ne può più di avere solo video ovunque. Il bello del mondo e della comunicazione è l’eterogeneità: uno spazio dedicato ai video, uno al visual, uno alla scrittura… a me questa suddivisione piaceva tantissimo e impediva l’appiattimento generale.
Ora invece impera la dittatura dei reel, dei video brevi che contribuiscono a sbriciolare sempre di più una soglia dell’attenzione collettiva in via di estinzione.
Proprio perché amo tutti i tipi di contenuti, video compresi, ma lunghi, auspico che passi prima o poi questa bulimia e si torni a piattaforme più differenziate.
Proprio ieri facevo lo stesso tipo di riflessione con la mia migliore amica. A lei Instagram non è mai piaciuto, ma a me sì...e sono arrivata alle stesse tue conclusioni. E' la prima volta che ti leggo, ma tornerò!
La mia esperienza con i social non è di creator ma semplice fruitore e mi limito a commentare. Da qualche giorno ho preso una pausa da Instagram, per tutta una serie di ragioni: troppi stimoli, confronto con la versione patinata delle vite degli altri, la sensazione che faciliti sensazioni di angoscia e frustrazione. Più o meno nello stesso periodo ho scoperto Substack, una piattaforma lenta, in senso positivo.
L'unica cosa negativa della pausa da Instagram è il fatto che rappresenta l'unico canale per sapere dell'esistenza di persone che hanno fatto parte della mia vita e adesso sono conoscenti che vivono a chilometri di distanza.
Capisco quello che dici, e forse come spesso accade in medio stat virtus. Magari, anziché cancellare Instagram, basta smettere di seguire gli account che non ti apportano niente di positivo e restare in contatto solo con chi non ti va di perdere di vista! Per il resto, puoi trovare contenuti validi (e senz’altro più approfonditi) da queste parti :)
Ho disinstallato l'app ma non ho cancellato l'account, diciamo è come le famose pause di riflessione. Si già da tempo avevo fatto pulizia, nascondendo anche post e storie di alcuni profili. Se però è vero che il medium è il messaggio, è proprio la piattaforma che porta a certi tipi di dinamiche e senza nemmeno accorgertene ti ritrovi a essere bombardato da una mole eccessiva di stimoli. Tra le cose che sopporto di meno e che invece qui non riscontro sono le vetrine di vite perfette. Insomma, viva Substack e i testi lunghi.
Bellissima analisi. E poi diciamolo: Instagram fa sentire inadeguati, perché c’è sempre almeno un errore che stai commettendo o una cosa che potresti ancora fare (e che ovviamente non hai ancora fatto).
Completamente d’accordo. Non mi sono mai dedicata a una strategia vera e propria su IG, quando ho pensato di utilizzarlo professionalmente, era già iniziata l’epoca di video e reel: non sono proprio il mio!
La mia comunicazione più mirata è la newsletter settimanale, ma anche qui su substack si presenta un problema: è più facile partire se ti porti grandi numeri da altri social, per chi inizia da substack è dura alzare i numeri degli iscritti.
Posso dire di sentirmi in un luogo che mi piace, ora vediamo come andare avanti. 🔭
Confermo. Io ho avuto la fortuna di aver iniziato presto con la newsletter, e di essermi portata dietro un buon numero di iscritti anche da Instagram. D’altro canto ti dico che una mia cliente americana ha cominciato a usarlo il mese scorso e ha già quasi 400 lettori. Ma è anche vero che Substack in Italia ha a malapena preso piede l’anno scorso, negli Stati Uniti è una realtà già consolidata da un pezzo!
Bene, allora attendiamo. Alcuni dei miei contatti IG hanno annunciato l’avvio di substack proprio in queste settimane (il tuo post infatti mi è sembrato particolarmente calzante oggi!). Buon lavoro a noi 😉
Qualcuno doveva dirlo. Qualcuno doveva dirlo bene, come fai tu.
In queste ultimi mesi questa sensazione mi ha colpita anche come fruitrice.
Devo ancora costruire il mio sistema digitale, da IG non riesco ad iniziare, ma attorno a me tutti ti dicono che se non cominci da IG sei finita. Io bloccata, limbo, buio attorno a me.
Ma sento di aggiungere anche un 11mo motivo: le scelte politiche (e comunicative di conseguenza) dell'ultim'ora di Markone.
Far West in vista in quel del Quadratino Fucsia...
Sinceramente non credo affatto che nel 2025 sia una buona idea partire da Instagram. Specie se l’intenzione è quella di occuparsi di un tema già ampiamente esplorato da altri. Però magari su questo tema ci torno in un’altra newsletter 🙃
Grazie Arianna, l’attenderò, mi interessa molto sapere cosa ne pensi. 🌷
Io mi sto lanciando nell’avventura dei video, per una serie di motivi professionali ma anche personali che racconterò. E mi diverto pure.
Tuttavia li metterò su YouTube, dove quantomeno un contenuto non diventa obsoleto dopo 24 ore.
Detto questo, non se ne può più di avere solo video ovunque. Il bello del mondo e della comunicazione è l’eterogeneità: uno spazio dedicato ai video, uno al visual, uno alla scrittura… a me questa suddivisione piaceva tantissimo e impediva l’appiattimento generale.
Ora invece impera la dittatura dei reel, dei video brevi che contribuiscono a sbriciolare sempre di più una soglia dell’attenzione collettiva in via di estinzione.
Proprio perché amo tutti i tipi di contenuti, video compresi, ma lunghi, auspico che passi prima o poi questa bulimia e si torni a piattaforme più differenziate.
Vedremo!
Me lo auguro anch’io!
Proprio ieri facevo lo stesso tipo di riflessione con la mia migliore amica. A lei Instagram non è mai piaciuto, ma a me sì...e sono arrivata alle stesse tue conclusioni. E' la prima volta che ti leggo, ma tornerò!
♥️ a presto!
La mia esperienza con i social non è di creator ma semplice fruitore e mi limito a commentare. Da qualche giorno ho preso una pausa da Instagram, per tutta una serie di ragioni: troppi stimoli, confronto con la versione patinata delle vite degli altri, la sensazione che faciliti sensazioni di angoscia e frustrazione. Più o meno nello stesso periodo ho scoperto Substack, una piattaforma lenta, in senso positivo.
L'unica cosa negativa della pausa da Instagram è il fatto che rappresenta l'unico canale per sapere dell'esistenza di persone che hanno fatto parte della mia vita e adesso sono conoscenti che vivono a chilometri di distanza.
Capisco quello che dici, e forse come spesso accade in medio stat virtus. Magari, anziché cancellare Instagram, basta smettere di seguire gli account che non ti apportano niente di positivo e restare in contatto solo con chi non ti va di perdere di vista! Per il resto, puoi trovare contenuti validi (e senz’altro più approfonditi) da queste parti :)
Ho disinstallato l'app ma non ho cancellato l'account, diciamo è come le famose pause di riflessione. Si già da tempo avevo fatto pulizia, nascondendo anche post e storie di alcuni profili. Se però è vero che il medium è il messaggio, è proprio la piattaforma che porta a certi tipi di dinamiche e senza nemmeno accorgertene ti ritrovi a essere bombardato da una mole eccessiva di stimoli. Tra le cose che sopporto di meno e che invece qui non riscontro sono le vetrine di vite perfette. Insomma, viva Substack e i testi lunghi.
Standing ovation 👏🏻 👏🏻
Tu mi capisci senz’altro 😂
Bella analisi Ari, si fa sempre più fatica in effetti…
È veramente una lagna. Si stava meglio quando si stava peggio 😂
Bellissima analisi. E poi diciamolo: Instagram fa sentire inadeguati, perché c’è sempre almeno un errore che stai commettendo o una cosa che potresti ancora fare (e che ovviamente non hai ancora fatto).
Io giuro che al prossimo post su come sfruttare la IA per produrre 100 idee di reel da realizzare in serie mi lancio
Ti seguo 😂
Completamente d’accordo. Non mi sono mai dedicata a una strategia vera e propria su IG, quando ho pensato di utilizzarlo professionalmente, era già iniziata l’epoca di video e reel: non sono proprio il mio!
La mia comunicazione più mirata è la newsletter settimanale, ma anche qui su substack si presenta un problema: è più facile partire se ti porti grandi numeri da altri social, per chi inizia da substack è dura alzare i numeri degli iscritti.
Posso dire di sentirmi in un luogo che mi piace, ora vediamo come andare avanti. 🔭
Confermo. Io ho avuto la fortuna di aver iniziato presto con la newsletter, e di essermi portata dietro un buon numero di iscritti anche da Instagram. D’altro canto ti dico che una mia cliente americana ha cominciato a usarlo il mese scorso e ha già quasi 400 lettori. Ma è anche vero che Substack in Italia ha a malapena preso piede l’anno scorso, negli Stati Uniti è una realtà già consolidata da un pezzo!
Bene, allora attendiamo. Alcuni dei miei contatti IG hanno annunciato l’avvio di substack proprio in queste settimane (il tuo post infatti mi è sembrato particolarmente calzante oggi!). Buon lavoro a noi 😉